venerdì 4 gennaio 2013

La preghiera

Che siamo credenti o meno, probabilmente chiunque ha una certa dimestichezza con il termine di “preghiera”.

Qualsiasi religione implica l’uso di tale pratica. Principalmente ci viene insegnato che le preghiere si rivolgono direttamente al creatore, Dio, l’energia base – ricordate il comandamento “Non avrai altro Dio all’infuori di me”? – molti però preferiscono rivolgersi a personaggi “minori” - come la Madonna, Gesù, i santi, eccetera - ritenendo che questi siano in grado di comprendere meglio la nostra situazione di “essere umano” in quanto anche loro lo sono stati.

Spesso, già esprimendo a voce le nostre preghiere ci rendiamo conto di parlare con noi stessi.

Più la nostra preghiera sarà sulla stessa lunghezza d’onda di “Dio”, più sentiremo “Dio” in noi che ci fa sentire già in pace con noi stessi e con ciò che abbiamo… e tutto il resto perde di importanza.

Se teniamo presente quanto analizzato prima, ci rendiamo quindi conto di questa verità, e tale pratica assume quasi esclusivamente una funzione rivolta più al mondo “sottile” che non a quello “materiale”.

Ecco che comunque la “preghiera” va distinta in varie categorie.

Abbiamo per esempio la preghiera come forma di benedizione. Questa benedizione può essere diretta ad un oggetto, al cibo che stiamo preparando - o che andremo ad assumere - ad un campo affinché ci sia un buon raccolto, così come all’unione felice di due sposi eccetera.

La forma pensiero che andiamo a creare con la nostra “benedizione”, impernia e protegge il soggetto di tale richiesta. In questo modo lo carichiamo di energie “positive” con l’intenzione e lo scopo che queste possano in seguito amplificarsi.

Qualsiasi cosa venga caricata da questa energia positiva, rilascia delle onde molte particolari che continuano ad agire attorno ad essa.

In questo modo vengono espressamente preparati talismani e portafortuna, ma in qualsiasi caso ogni cosa venga prodotta, o compiuta con un determinato grado di amore, si impregna di energie benefiche.

Un altro tipo di preghiera è quella espressa per richiedere sostegno. Questa potrebbe essere recitata ad esempio prima di affrontare una qualsivoglia situazione che ci si prospetta particolarmente difficile.

Ammettiamo di provare timore nel dover andare incontro ad un intervento chirurgico.

Esprimendo la nostra richiesta di aiuto, saremo disposti ad inoltrarci verso tale situazione con maggior tranquillità, in quanto fiduciosi sull’esito positivo che giungerà grazie all’aiuto di quelle energie a cui ci siamo rivolti.

In questo caso, non abbiamo fatto altro che creare un’armonia tra le vibrazioni “negative”, quelle cioè che ci incutono timore o paura, e le vibrazioni dei nostri corpi più sottili che le possono così tenere a bada.

Altre forme di preghiera sono le richieste di aiuto per persone bisognose. Vuoi per motivi di salute o di difficoltà a superare determinati periodi della vita, spesso alcune persone, facenti parte della nostra cerchia di conoscenze o meno, necessitano di un sostegno che personalmente non ci è possibile dare.

A questo scopo sono nati un po’ ovunque dei gruppi che si sono specializzati nella preghiera comune per il prossimo.

Questi gruppi si ritrovano regolarmente e recitano preghiere mirate, in aiuto sia di persone specifiche ma anche in generale per l’umanità.

Solitamente queste preghiere non sono propriamente formulate in modo preciso, in modo cioè da ottenere uno specifico risultato, come per esempio la guarigione. Queste vengono invece recitate in modo che i “destinatari” siano impermeati dall’energia più sottile; troveranno quindi forza e sollievo come con la preghiera di sostegno personale, oppure verranno “illuminati” a trovare da soli una soluzione al loro problema.

In questo modo sarà più facile per i bisognosi riconoscere la “volontà” dell’energia base nella loro situazione, quindi affrontarla in modo più consapevole e sereno.

Voglio qui ricordare che l’energia base sa sempre esattamente cosa stia facendo.

Anche se certe situazioni potrebbero apparirci spiacevoli sono comunque la “nostra volontà”; non sta a noi giudicare, neppure imporre un altro genere di “volontà” che, come abbiamo già visto, potrebbe persino essere controproducente.

È, quindi più normale invocare la “volontà del padre”, che sa esattamente come agire, piuttosto che pretendere che le cose vadano come pensiamo debbano andare.

Abbiamo poi le preghiere di ringraziamento; quelle che recitiamo dopo aver superato un periodo di tribolazione oppure alla fine della bella giornata che abbiamo trascorso.

Possono trattarsi anche di semplici ringraziamenti per il cibo che ci ritroviamo sulla tavola, per aver ritrovato un oggetto ritenuto smarrito o per aver ottenuto inaspettatamente qualcosa a cui tenevamo in modo particolare.

La semplice espressione “Grazie al cielo!” non è nient’altro che una forma di preghiera che ci rende grati per aver portato a termine una situazione spiacevole.

Anche il semplice ringraziare qualcuno può venir considerato una preghiera di ringraziamento. Ogni qualvolta diciamo quindi un sentito “grazie”, è come se in realtà stessimo formulando una preghiera, indipendentemente dal credo religioso.

Questa forma di preghiera dimostra ed esprime, sempre alle energie sottili, la nostra riconoscenza e felicità per un’esperienza che ci ha aiutato a crescere, o anche solo a star bene con noi stessi e con gli altri.

Quando siamo grati per qualcosa possiamo benissimo percepire un piacevole “formicolio” causato delle energie emotive cui diamo il via, che a partire dal nostro plesso solare arriva ad espandersi a dismisura coinvolgendo anche chi ci circonda.

Questo genere di energia emotiva è consapevole e diretta verso l’esterno, quindi non si tratta di “emozioni” dalle quali staccarci, come abbiamo visto precedentemente, bensì da stimolare il più possibile.

In questo modo vengono anche create le prerogative per accelerare il processo di “star bene” quando ne abbiamo bisogno. Ci circondiamo di fatto, di vibrazioni piacevoli che instaurano una specie di collegamento diretto, quindi facilmente raggiungibile, con la pace e la beatitudine.

Più sovente saremo pervasi da questo tipo di vibrazioni piacevoli, più facile sarà per noi “entrare” consapevolmente in queste, decidendo quando e per quanto tempo, essere in pace con noi stessi.

Vi sono infine preghiere recitate come richiesta di “perdono” o anche per chiedere scusa. Questo tipo di preghiere vengono espresse come rammarico per aver commesso un errore, un atto di cui non siamo particolarmente fieri di cui, in un certo senso, ci pentiamo.

Durante il nostro cammino in questo mondo, siamo sempre confrontati con azioni e decisioni, per ciò è molto probabile che si vengano a commettere anche degli “errori”, siano essi lievi o di grave entità.

Questi errori possono essere dannosi solo per noi stessi oppure anche per terze persone.

Quando siamo in grado di accettare questo fatto, ci rendiamo cioè obiettivamente conto della nostra responsabilità in merito, la nostra reazione è di rammarico e, probabilmente, vorremmo pure esprimerlo.

Questa espressione è la nostra affermazione del dispiacere in merito, che ci aiuta a non lasciarci influenzare eccessivamente dal senso di colpa, riconoscendo il fatto ma mantenendone un certo distacco.

Questo tipo di preghiera rafforza nel contempo la memorizzazione della situazione nel nostro subconscio, in modo da non dover tornare a commettere un’altra volta lo stesso errore. Dichiariamo quindi la nostra fermezza, volontaria e consapevole, a non volerlo più commettere.

Questi tipi di preghiere che ho elencato qui sopra sono molto particolari. Si tratta infatti di mettere in moto delle energie che in alcuni casi agiscono nel nostro essere, in altri invece vengono emesse attorno a noi, o attorno agli altri, per scopi prettamente benefici.

Ritornando per un attimo alla pratica di Ho-o-ponopono a cui mi ero già riferito precedentemente, possiamo notare come le quattro asserzioni del relativo “mantra” – mi dispiace, perdonami, ti amo, grazie - fungano da vero distillato di questi tipi di preghiera.

Lo stato di pace e di beatitudine che si arriva ad ottenere mediante queste pratiche o con il mantra dell’Ho-o-ponopono, è il terreno più adatto per far crescere in modo spontaneo e del tutto naturale il nostro mondo materiale ideale.

A questo punto dunque, non avremo più la necessità di arrovellarci per desiderare qualcosa con la speranza che questo “qualcosa” non ci si ritorca contro, infatti potremo avere tutto ciò che ci serve senza doverne fare espressamente richiesta, e tutto inizia a funzionare con un automatismo perfetto, direi quasi “Divino”.

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