venerdì 4 gennaio 2013

L’uomo divino e il potere del pensiero

Praticamente ognuno dei modi di presiedere all’interno di questo mondo, a partire dal movimento del corpo veicolare fisico sino all’ultimo citato dell’uso della parola, è il frutto del nostro desiderio di rappresentare la nostra essenza in modo fisico.

Mi permetto una piccola parentesi.

Da notare bene che ho espressamente utilizzato il termine “desiderio” e non “necessità”, in quanto il nostro “Essere Dio” ha scelto volontariamente di entrare nel mondo illusorio.

Siamo qui per nostra esclusiva scelta, non per volere di qualche “Essere Superiore” o per punizione.

Non esiste un essere superiore a Dio. Solo noi, essendo Dio - quindi con tutte le caratteristiche che ben conosciamo di onnipresenza, onniscienza eccetera - abbiamo quindi tutta la responsabilità per qualsiasi cosa accada.

Rimando qui chi fosse interessato, ad informarsi sulla pratica Hawaiana di Ho-o-ponopono, una tecnica che spiega, in modo molto semplice, come il nostro pensiero ed il nostro agire causino tutti i “problemi” del mondo.

Ho-o-ponopono insegna come lavorare prevalentemente su se stessi, con l’aiuto di un semplice mantra[4](più o meno una preghiera), in modo da risolvere qualsiasi situazione.

Questo “desiderio” di cui si stava parlando, ha subito una netta scissione al momento in cui il nostro corpo mentale ha iniziato una sua propria vita.

Da una parte il corpo mentale, separandosi dalla consapevolezza del divino, ha iniziato a cedere alle lusinghe del mondo illusorio, ne ha assorbito regole e limitazioni facendole proprie e creando un’intelligenza separata e limitata.

Dall’altra invece la consapevolezza dell’energia “divina” permette tutto questo, quindi concedendoci il “libero arbitrio”, rimanendosene in disparte e cercando, a tratti, di mandarci dei suggerimenti su come la nostra vita potrebbe essere migliore di quanto noi “crediamo” che possa essere.

La nostra mente, che come ho già detto non è semplicemente localizzata nella zona del cervello, è come un cavallo imbizzarrito che fatichiamo a tenere a bada. Un turbinio di pensieri, di ricordi, emozioni e via dicendo, che si susseguono e si sovrappongono in modo apparentemente disordinato e caotico. Ma la cosa peggiore non è che questo accada, ma il fatto che lo permettiamo.

La soluzione, ce la suggerisce il nostro lato energetico divino, per esempio secondo la nostra ideologia religiosa che ci consiglia in alcuni casi la meditazione, la recita di un mantra o di un rosario.

Per chi ne sente il bisogno, a volte potrebbe essere utile la confessione ad una persona fidata o ad un parroco. In questo caso si riesce ad espellere energia di parte di quella animosità, che disturba la tranquillità della nostra mente, rinchiudendola in una forma fonetica e “passandola” ad un’altra incarnazione che, probabilmente meglio di noi non essendo sua, ha maggiori possibilità di elaborarla e, in un certo senso, annientarla.

Quando i pensieri sfuggono al nostro pieno controllo è ben difficile selezionarli ed indirizzarli correttamente verso ciò che veramente vogliamo raggiungere con consapevolezza.

Ogni nostro pensiero attiva delle vibrazioni che si estendono oltre lo spazio occupato dal campo energetico dei nostri vari corpi, di conseguenza è libero di espandersi nel mondo eterico, di disporre a piacimento della materia astrale. Senza controllo il nostro pensiero è persino in grado di attirare, o persino creare cose che potrebbero non piacerci affatto.

Dobbiamo tenere presente che nel cosmo esistono vari piani di vita, la maggior parte dei quali noi non conosciamo neppure, ma non per questo inesistenti.

Uno di questi piani è composto da elementi di carattere semi-intelligente, come per esempio l’essenza elementare, che ci circonda vivificando la materia del piano mentale ed astrale, più o meno come abbiamo visto precedentemente per l’intelligenza primigenia degli atomi.

Questa “materia sottile” risponde facilmente all'influenza del pensiero - come anche del suono, eccetera - ed ogni impulso emanato, sia dal corpo mentale che da quello astrale, la usa per rivestirsi di un veicolo temporaneo.

In questo modo, un pensiero o un impulso diventano una specie di essere indipendente attivo nei livelli più sottili, del quale l'energia mentale è l'anima, mentre la materia sottile vivificata, il corpo.

In questo caso è stato creato un essere indipendente che viene detto “forma pensiero”.

Se questa forma pensiero non è nata da qualcosa di prettamente personale e non è riferita a qualcuno in particolare o ad un oggetto ben definito, vaga isolata nell'atmosfera emettendo vibrazioni di informazione sulla sua natura. Non incontrando altre forme pensiero della stessa frequenza si esaurisce gradatamente fino a scomparire.

Se, al contrario, entra in contatto con una vibrazione simile, già liberata o ancora presente nella mente di un altro individuo, avviene un fenomeno d'attrazione fra le due vibrazioni e la forma pensiero viene generalmente assorbita dal nuovo corpo mentale creando una specie di ponte di connessione con il corpo mentale di chi l’ha originariamente creata.

Questo fenomeno è quello che stabilisce il rapporto di amore, di odio, di simpatia o antipatia tra gli individui; a livello leggermente più grossolano può anche essere il collegamento telepatico tra due persone.

È un fenomeno che, sotto certi aspetti, può essere pericoloso. Se per esempio la nostra mente dà il via ad un pensiero di “paura di essere derubati”, la relativa forma pensiero attirerà la sua controparte di vibrazione dal corpo mentale di qualcuno che ha intenzione di derubarci.

Questo è solo un piccolo esempio, lascio dunque immaginare cosa potrebbero attrarre le nostre paure.

Il nostro modo di pensare, perciò, è di primaria importanza, non solo per una mente più calma e tranquilla, bensì per riuscire a concentrare maggiormente la nostra attenzione su pensieri che stimolino esclusivamente il contatto con cose piacevoli, attirando così solo cose utili al nostro benessere.

L’azione di queste forme pensiero non si riferisce esclusivamente a sentimenti o ad azioni come già citato poc’anzi, è un procedimento che riesce a dare il via ad un altro tipo di energie, le quali ci permettono di attirare anche cose materiali. Una situazione quasi simile al miracolo della creazione ma che segue un percorso più… “terra a terra”.

Questa nuova forma pensiero legata al pensiero e al desiderio di una situazione ben distinta, come per esempio la voglia di una mela, crea attorno al nostro campo energetico una specie di magnete che distingue, in modo autonomo, quali altri campi energetici attirare e quali invece respingere.

Praticamente, la forma pensiero creata del desiderio della mela, si riconosce nella via più facile per arrivare alla mela stessa, la quale a sua volta sta emanando delle vibrazioni in sintonia

Tale sintonia agirà quindi, facendo tutto ciò che le è concesso a portare i nostri corpi – dal mentale al fisico – fino al luogo dove possiamo ottenere questo “frutto” del nostro desiderio.

Più il nostro pensiero sarà forte su questo desiderio, più facile sarà conseguire in ciò che vogliamo.

Probabilmente non siamo in grado di materializzare improvvisamente la mela già nel nostro palmo, anche se ciò è fattibile, e quindi non possiamo pretendere di starcene seduti in poltrona nell’attesa che la mela venga a noi. È implicita un’azione, anche se guidata da energie intelligenti e più sottili, da parte del nostro essere fisico.

Credo che siamo ormai giunti, finalmente, al punto in cui possiamo  già iniziare a parlare di miracoli.

[4] Il mantra di Ho-oponopono recita semplicemente: Mi spiace, perdonami, ti amo, grazie!

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