venerdì 4 gennaio 2013

Premessa per l’inizio di una nuova fase

A questo punto dobbiamo comprendere una cosa molto importante: il nostro corpo mentale è quello che influisce maggiormente sul nostro essere.

Praticamente è il corpo sottile più prossimo alla natura di questo mondo illusorio. È quello che ha la maggior parte di controllo sulle nostre vite e sugli eventi ad esse legati.

Imparando a gestire i nostri pensieri come abbiamo fatto nei passi precedenti, il nostro scopo è stato quello di apprendere come usare il corpo mentale per soddisfare i nostri appetiti, i nostri desideri e le nostre emozioni.

Naturalmente nessuno ama essere sottomesso, lo stesso vale per il nostro corpo mentale che non ci lascerà giocare così subdolamente con lui. Ecco che dunque farà di tutto per farci credere che ci stiamo movendo in una direzione errata. In alcuni casi cercherà pure di ostacolarci con apparenti stati di malattia o malessere fisico.

Queste conseguenze ce le dobbiamo purtroppo aspettare, siamo però già in grado di non lasciarci coinvolgere più del necessario. Guai se lo facessimo! Sarebbe come gettare la spugna e rinunciare al viaggio da poco iniziato.

Prettamente a scopi esplicativi, possiamo descrivere l’essere umano come distinto in tre parti: l’essere fisico, l’essere emozionale e l’essere mentale.

Apparentemente, queste tre parti rappresentano la stessa cosa, sono tutte “noi”.

Normalmente pensiamo al corpo fisico come “Io”, un visibile aggregato di cellule e molecole con il nome di “Tal dei Tali”.

Si tratta di un corpo che respira, che si mantiene in vita assumendo cibo e acqua, che riposa quando è stanco.

Le funzioni basiche di questo corpo sono prevalentemente automatiche, stabilite da una forma di “intelligenza” superiore alle sue proprie abilità creative, dunque sempre le famose leggi che abbiamo visto all’inizio di questo testo.

Questo corpo fisico è uno strumento notevole, possiede l’abilità di ripararsi da solo e potrebbe funzionare ininterrottamente nel modo automatico come è stato creato.

L’umanità però, cioè l’insieme degli esseri umani, ha sviluppato situazioni, certi comportamenti e abitudini, che interferiscono con il buon funzionamento fisico di questo veicolo causando diversi danni e portandolo ad un certo tipo di deterioramento.

Al giorno d’oggi è facile esercitare l’autocontrollo per tenere a bada alcuni dei nostri “istinti” che potrebbero essere inappropriati. La nostra natura emotiva rimane comunque predominante.

Sovrastando i nostri propositi, così come le nostre miglior intenzioni, questa emotività continua a prendere il controllo sull’intero essere.

Ciò che più probabilmente è alla base di queste spinte emotive, rimane il subconscio che stimola emozioni come la paura.

Se il subconscio tramite la paura ci protegge dai pericoli, in altri casi purtroppo blocca alcune nostre azioni utili, come per esempio il nostro agire da essere divino attivo prevalentemente a livelli esterni dal mondo illusorio.

Non avendo diretto contatto con la realtà spirituale, troppo sottile per essere percepita, il subconscio la intravede come un pericolo.

Affrontando un pericolo “reale” il subconscio stimola la paura che, a sua volta, mette in circolo l’adrenalina nel nostro corpo fisico.

L’adrenalina è una sostanza che moltiplica rapidamente la nostra forza fisica e la capacità di reazione, qualità che ci servono per la difesa (o anche per la fuga).

La paura che proviamo per i pericoli inesistenti, come le semplici convinzioni “registrate” nel corpo mentale, stimola la stessa reazione chimica, lasciando latente dell’adrenalina inutilizzata che risulta però nociva, se non velenosa, al nostro organismo. Questa può persino causare problemi fisici anche gravi.

Imparando a gestire il nostro modo di pensare abbiamo quindi come primo compito quello di ripulire il nostro corpo mentale ed il nostro subconscio da alcune “registrazioni” erronee.

Attenzione!

Stiamo parlando di acquisire una collaborazione più ragionata a livelli sottili, non al rifiuto categorico del funzionamento di queste forze indiscutibilmente importanti, che ci servono per evitare di compiere gesti insensati, come ad esempio buttarci dal secondo piano di un palazzo con la convinzione di non farci male.

Espressa in questo modo potrebbe apparire una cosa molto difficile da fare, ma con la giusta determinazione, la forza di volontà e con del duro lavoro, ci si può arrivare.

Gli esercizi consigliati nei passi precedenti sono proprio la via principale per giungere a questa collaborazione ragionata.

Questi passi ci portano poco a poco ad allontanarci dal controllo emotivo sulle nostre azioni, portandoci ad avere il pieno controllo della nostra vita e della nostra energia creativa.

Non dobbiamo quindi reprimere i nostri istinti. Facendo questo, prima o poi esploderanno con conseguenze disastrose; dobbiamo invece incanalarli, guidarli in modo che riescano ad essere soddisfatti in modi più consoni al nostro reale bisogno.

È una situazione che si può banalmente spiegare con l’esempio del desiderio di una fetta di torta di panna e cioccolato.

 Sappiamo benissimo quanto questi due elementi possano essere dannosi al nostro organismo, non solo a livello dietetico per intenderci, e quindi ovvieremo al “pericolo” facendo in modo di soddisfare questo desiderio concedendoci comunque qualcosa di dolce, per esempio una macedonia di frutta.

Opponendoci a questo desiderio infatti, non lo facciamo sparire ma lo stuzzichiamo ulteriormente fino al punto di arrivare ad ingozzarci di questi elementi appena li abbiamo a portata di mano.

Ogni emozione ha due nature distinte contrapposte. Sta a noi riuscire a capire quale delle due sia di maggior levatura nel nostro piccolo cosmo. Quale tra le due sia quella che comporta “creatività” piuttosto che “distruzione”; quale ci è utile e quale invece no.

L’amore per esempio è contrapposto alla paura. È infatti errato ritenere l’odio come sentimento in opposizione all’amore, in quanto si tratta esclusivamente di un’emozione molto più simile alla rabbia.

Decidiamo quindi di scegliere l’amore, che comunque ha varie sfaccettature come l’amore per se stessi, l’amore per una persona in particolare o l’amore universale per qualsiasi essere vivente.

Sarà comunque l’amore l’emozione che ascolteremo più volentieri piuttosto che non la paura.

Questo ascolto o questa scelta sarà consapevole, e se ci troviamo a dover provare un’emozione che non ci piace, quindi di basso livello e che non ci è utile, faremo in modo di incanalarla verso il suo lato opposto più elevato.

È controproducente ribellarsi alle emozioni di basso livello, facendo ciò incanaliamo tutta la nostra energia verso questa emozione ottenendo esattamente l’opposto di quanto vogliamo veramente.

Come già spiegato precedentemente lo stesso vale per i pensieri.

Quando per esempio manifestiamo il nostro sdegno contro chi maltratta gli animali, manderemo la nostra energia ai pensieri di maltrattamento agli animali; ottenendo proprio l’effetto contrario a quello che in fondo vorremo ottenere.

D’accordo, non possiamo chiudere gli occhi su certe situazioni, ma possiamo impiegare la nostra energia in modo molto più costruttivo. Cercando per esempio il modo per far si che gli animali siano più protetti.

Ora che finalmente siamo riusciti a capire in quale direzione dobbiamo muovere la nostra energia creativa mi auguro che molti di quegli stimoli a voler manifestare, anche forse egoisticamente, i nostri desideri più “bassi”, si siano leggermente placati a lasciar spazio a mete molto più costruttive, per esempio per il benessere comune.

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